Indicatori macroeconomici, ovvero la sfera di cristallo per prevedere il futuro della Borsa. I media finanziari italiani ed internazionali non capendo una cicca di macroeconomia buttano alla rinfusa in prima pagina il flusso incessante dei dati dell' inflazione (CPI, PPI, etc.), tassi di interesse, PIL, e soprattutto per il mercato USA una caterva di dati che vanno dai permessi di construzione delle case, ai prezzi delle case, agli occupati ai disoccupati e a quelli in cerca di lavoro, alla produttività e chi più ne ha più ne metta. In realtà gli armadi delle biblioteche di economia sprofondano di studi che fanno un po' di luce su quali indicatori macroeconomici effettivamente servano e quali indicatori macroeconomici non servano a niente per cercare di illuminare il futuro dell'andamento dei mercati. In un interessante studio emesso da Barclays ieri viene analizzata la congiuntura attuale dei mercati azionari e gli analisti di Barclays riportano le correlazioni tra i tre migliori indicatori macroeconomici USA e l'andamento degli indici azionari USA. Guarda caso i 3 indicatori macroeconomici che vengono trattati sono quelli che di solito i trader considerano (non i giornalisti) e quindi questo paper riesce a dare una prospettiva concreta alla panoramica degli indicatori macroeconomici sostanzialmente cancellando dalla lista le decine di altri indicatori che solo ingombrano inutilmente le pagine dei giornali.
Nella fattispecie odierna dei mercati noi troviamo pochi segni di una recessione incombente se guardiamo al mercato del lavoro, che sarebbe infatti il primo semaforo rosso di una eventuale inversione del ciclo. Gli analisti di Barclays sono contini che i dati del mercato del lavoro USA infatti forniscano i migliori indicatori in tempo reale dell'attività economia, e questo è confermato da ricerche accademiche e dai paper della FED. Nel caso dei NON FARM PAYROLL (tradotto letteralmente "le buste paga non agricole") la crescita delle buste paga tende a decelerare prima di una recessione. Negli ultimi mesi la crescita delle buste paga invece ha accelerato negli USA e questo non è certo un segno di una minacciosa recessione (vedere grafico che segue, in grigio le aree di recessione degli USA):
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